mercoledì 6 maggio 2009

Sosteniamo Il compagno Pierapaolo Montalto alle elezioni europee

Cari compagni e care compagne finalmente le liste sono state presentate. Non vi nascondo che ho tanta voglia di affidare a questa campagna elettorale tutto me stesso, le mie energie e le mie passioni. Dopo aver affermato con grande forza nell'ultimo anno che Rifondazione sceglieva di tornare con grande umiltà ad essere strumento nella costruzione del conflitto sociale e dopo la drammmatica esperienza governativa prima, e dell'Arcobaleno dopo, Rifondazione arriva a questa tornata elettorale con la propria "identità": l'anticapitalismo europeo che si batte e si oppone al binomio Socialisti europei/ Partito popolare. Continuiamo a sostenere l'anticapitalismo come soluzione per uscire, non solo da questa crisi, ma dall'irreversibile irragionevolezza di un sistema economico sconfitto. Avremmo potuto fare sicuramente di pìù nell'ultimo anno, ma abbiamo dovuto fare i conti con una scissione da destra e con chi pensava che Chianciano avesse rappresentato solo un cambiamento dei vertici della nostra organizzazione politica. I militanti del Prc hanno mostrato grande voglia di ritornare ad essere protagonisti del conflitto, e abbiamo ripreso il cammino nella costruzione di un mondo migliore nell'epoca della guerra sociale della crisi globalizzata. E' inutile nascondere le difficoltà e il sacrificio che che tuttò ciò ha inevitabilmente comportato. Questa tornata elettorale non rappresenta esclusivamente la battaglia per il raggiungimento della famigerata quota elettorale del 4%. Il superamento di uno sbarramento elettorale non può e non deve assolutamente essere la nostra bussola. In questo ennesimo appuntamento elettorale ci giochiamo molto di pù rispetto alla mera sopravvivenza di un partito. La capacità di tornare ad essere una forza attrattiva nella società, una forza rappresentativa anche nelle istituzioni dei conflitti nei territori, una forza politica capace di rappresentare l'alternativa possibile. In tal senso la candidatura nelle nostre liste del compagno Pierpaolo Montalto può e deve rappresentare uno dei percorsi di questa forza politica. Il compagno Pierpaolo non è solo il segretario di una federazione del Prc che tra mille difficoltà ha cercato di mettere in atto la svolta a sinistra predicata al congresso di Chianciano , ma rappresenta la stessa linfa vitale di cui si alimenta un soggetto politico anticapitalista e comunista. La costruzione di vertenze sociali affianco dei lavoratori catanesi e dei lavoratori migranti, l'antifascismo, l'antimilitarismo e la difesa del territorio e dei beni comuni, il sostegno convinto al movimento Glbt sono solo alcuni dei percorsi che rappresentano la sua attività politica dentro e fuori Rifondazione. Pierpaolo è stato e continua ad essere prima di tutto un compagno del movimento siciliano come la bellissima esperienza del contro vertice al G8 ambiente di Siracusa ha ben evidenziato. La militanza richiede sacrificio, passione e tanta tanta umiltà. Pierpaolo non rappresenta la scelta fatta da un gruppo "dirigente", ma la rappresentanzione delle esigenze di un comunità politica, del suo bagaglio culturale e dei suoi percorsi di lotta. La base si autoesprime, si rappresenta e si mette in gioco per un progetto politico. Sicuramente non "il" percorso ma "un" percorso in mezzo a tanti bellissimi e importanti momenti di lotta che in questi anni abbiamo vissuto. Sosteniamo Pierpaolo in questa ennesima esperienza per sostenere le "nostre" battaglie e le "nostre" lotte nella speranza di essere sempre di più nella impari lotta al potere!

Todo para todos, nada para nosotros

Valerio Marletta - coordinatore provinciale Gc Catania

venerdì 17 aprile 2009

MAFIA E CAPITALISMO

La guerra non è altro che la continuazione della politica con altri mezzi” sosteneva Karl von Klausewitz nel 1932, per evidenziare l’indissolubile legame che sussiste fra il conflitto bellico internazionale e la vita quotidiana dello Stato. Oggi possiamo dire che “la mafia non è altro che la continuazione del capitalismo con altri mezzi”, per evidenziare il legame tra lo sviluppo capitalistico e le organizzazioni mafiose.

Parlare oggi di mafie vuol dire entrare in un mondo variegato che ha aspetti molteplici e pratiche diverse a seconda della struttura mafiosa in esame e dei suoi rapporti con il territorio in cui opera, l'economia di cui si mantiene, il mondo politico con cui fa affari. Ma esistono due costanti: lo stretto rapporto con l'economia ed il controllo sociale del territorio, che riscontriamo in tutte le strutture mafiose, sin dalla loro nascita nel meridione d'Italia. Lo sviluppo socioeconomico del sud è stato condizionato dal mantenimento di strutture feudali e di controllo territoriale mai del tutto superate politicamente e pertanto, non essendoci stata un'industrializzazione dei territori, non si è formata una classe operaia organizzata in grado di imporre un cambiamento dell'ordinamento sociale. Nel dopoguerra, con la decadenza dei latifondisti e la carenza dell'amministrazione statale, si è creato un vuoto di potere presto occupato da organizzazioni extralegali che, da sette modello massonico (con pratiche d'iniziazione e giuramenti di fedeltà) si sono sviluppate inglobando e controllando l'impianto economico che ripartiva dopo il conflitto. Da allora l'aumento del potere politico ed economico mafioso è costante, ed in alcuni contesti cosi forte da sostituirsi interamente allo Stato. Oggi le mafie in alcune regioni non emergono più dalla cronaca nera, si sono interamente concentrate sul piano economico-legale e del controllo politico elettorale dei territori allargando il raggio geografico e la portata degli affari. Il controllo dei territori da parte delle mafie viene reso possibile dall'assenza o dal malfunzionamento dello Stato sociale in tutti i suoi aspetti (sanità, scuola, salario sociale, etc). Il degrado culturale diffuso è condizione fondamentale dell'insediamento della cultura mafiosa. Inoltre, nell'epoca del neoliberismo e della dismissione dei servizi statali, il dominio mafioso sta facendo un ulteriore salto di qualità allargando i settori e la profondità del suo intervento.

Passiamo ora all'antimafia, cercando di capire il perché, nonostante anni di repressione poliziesca e della magistratura, i risultati sono a nostro parere modesti. Molto spesso l'unico concetto su cui si basa l'antimafia è quello di “legalità”. Qual è la carenza profonda di questo impianto? Semplice: non focalizza il problema centrale ma la conseguenza. Per capirci portiamo un esempio: è come se in presenza di un malato che abbia un'infezione, e come sintomo di essa la febbre, invece di curare la causa (l'infezione) i medici pensassero solo a somministrare medicine per far abbassare la febbre. Ovviamente è tutto inutile, il malato è destinato a restare tale se non si interviene sulla causa.

Noi invece proponiamo un'antimafia che analizzi la società e i suoi mali, partendo dalla mancata soddisfazione dei bisogni della gente, e che lotti contro un sistema economico-politico connivente ed integrato alla criminalità: “l'antimafia sociale”. La nostra impostazione parte dall'esperienza di Peppino Impastato, Pio La Torre e tutti quelli che hanno combattuto il sistema politico-economico-mafioso complessivamente. Le nostre proposte mirano ad eliminare il terreno socio-economico-culturale in cui si affermano le mafie; sono il salario sociale a tutti i disoccupati, il controllo degli appalti, la legalizzazione delle droghe leggere, la diffusione della cultura tramite la scuola e l'università pubblica. Al centro della nostra azione antimafia devono necessariamente esserci i diritti sociali, per tutti, unica vera cura alle mafie ed alle criminalità organizzate. Ovviamente lo Stato, ma più in generale il “sistema”, non combatte in profondità le cause del “male-mafia” perché condizione necessaria per la sua rimozione è la messa in discussione di tutto l'impianto politico-economico-sociale.

Ma non sentiamoci soli: c'è un popolo, ancora silenzioso ma stanco del dominio mafioso, invisibile e spesso poco cosciente dei fenomeni mafiosi di cui vede solo le conseguenze e non le cause. Questo è il nostro referente. Ripartiamo da quella voglia di cambiamento, di trasformazione sociale, che è energia da canalizzare verso obiettivi concreti. Ripartiamo dal basso per distruggere il potere criminale in tutte le sue forme.

lunedì 6 aprile 2009

Martedì 7 presidio per le dimissioni della giunta Stancanelli

SCANDALI-STIPENDI NON PAGATI-SCUOLE SFRATTATE-IMMONDIZIA E DEGRADO

STANCANELLI DIMETTITI!

In questi anni Catania è stata saccheggiata da una classe politica inetta e senza scrupoli che ha lasciato la città sommersa dai debiti e nel più assoluto degrado. Un incredibile buco di bilancio di un miliardo di euro è la vergognosa eredità che la giunta Scapagnini ha lasciato a Catania dopo anni di sprechi, clientele, appalti truccati e di un sistematico saccheggio del denaro pubblico. La giunta Stancanelli, già politicamente responsabile anche dei disastri dell’amministrazione precedente, in questi mesi ha continuato l’opera di distruzione della città.

Per mesi non sono stati pagati i lavoratori delle cooperative e i dipendenti comunali, la città è rimasta al buio, siamo stati sommersi dall’immondizia e travolti dagli scioperi di lavoratori sfruttati e non pagati. L’unica soluzione trovata dalla Giunta Stancanelli è stata quella di sottrarre, tramite un vergognoso falso in atto pubblico, centoquaranta milioni di euro destinati a indispensabili infrastrutture, alla sicurezza stradale e alla riqualificazione urbanistica della città, per provare a pagare solo una minima parte dei debiti lasciati dai suoi colleghi di partito. Mentre continuano ad aumentare i costi dei servizi e le imposte comunali, mentre scuole come l’Andrea Doria vengono sfrattate perché il Comune non paga gli affitti ed i nostri quartieri popolari vengono lasciati nell’abbandono e nel degrado, un’Amministrazione che ha dimostrato uno sconcertante disinteresse per il bene di Catania si batte solo per mantenere il suo potere. E’ ORA DI DIRE BASTA!

E’ora di cacciare un centrodestra rozzo e arrogante che ha costruito il suo potere politico sfruttando la ricattabilità della nostra gente e grazie al sostegno del potere mafioso e dei padroni senza scrupoli di questa città come Ciancio e Virlinzi.

E’ ora di ribellarsi al consenso elettorale comprato con i pacchi di spesa perché la gente non arriva a fine mese, alle speculazioni edilizie, alla corruzione, alle clientele e al malaffare.

Di fronte ad una maggioranza senza scrupoli ed a un Partito Democratico silenzioso e consociativo che, a parte l’iniziativa di qualche singolo consigliere, è incapace di fare opposizione e di rappresentare qualcosa di diverso rispetto alla fallimentare esperienza della giunta Bianco, tutta la città deve alzare la testa e ribellarsi.

Mandiamo a casa la Giunta Stancanelli ed il suo sistema di potere.

MARTEDI’ 7 APRILE

PRESIDIO

ORE 18 PIAZZA DUOMO

CHIEDIAMO LE IMMEDIATE DIMISSIONI DEL SINDACO E LA DICHIARAZIONE DEL DISSESTO FINANZIARO

RIAPPROPRIAMOCI DELLA NOSTRA CITTA’

Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, Sinistra Democratica, Comitato Di Lotta Cittadino Contro Il Raddoppio della TARSU, Giovani Comunisti/e, Figc…